domenica 14 giugno 2020

Uno sguardo generale! SINTESI FINALE; STEP#24


Il termine italiano “catastrofe” deriva dalla parola greca katastrophé e significa letteralmente “capovolgimento”, “rovesciamento". Il termine nella storia ha avuto ampio spazio e un importante ruolo in diverse discipline. Dall'arte della tragedia antica, la drammaturgia, in cui la catastrofe rappresentava l'evolversi definitivo della trama e delle vicende dei personaggi, all'arte figurativa in cui veniva immortalata e rappresentata nelle sue forme più crude e significative. Fu oggetto di studio di discipline dell'ingegneria come la fisica, che si occupa di studiarne le leggi che ne sono alla base, della matematica  con la "teoria delle catastrofi" del filosofo e matematico francese Renè Thom ed ebbe un ruolo fondamentale anche sullo studio che portò alla teoria dell'evoluzione di Darwin e alla teoria dell'estinzione di massa , grazie a George Cuvier riconosciuto come il padre della teoria del catastrofismo. Ma alla base e nelle fondamenta di queste discipline ci sono secoli di pensatori, filosofi e scrittori che hanno trattato la catastrofe in tutte le sue forme. Nel mondo classico e in particolare nella mitologia possiamo trovarne le prime impronte, ad esempio nelle metamorfosi di Ovidio in cui è descritto il tema del diluvio universale, dove la catastrofe assume il ruolo di mezzo per "purificare" l'uomo dal male, oppure nella letteratura in cui appare come  dolore, pessimismo, morte ( Alfieri definiva la morte come la catastrofe che libera dall'incompletezza della vita) o nel genere distopico. Anche in Leopardi possiamo ritrovare la catastrofe in forma di dolore e male di vivere, nell'opera "un giardino di sofferenza" , in cui il male non coinvolge solo l'uomo ma si estende a tutte le forme di vita. Non dimentichiamo la filosofia, che ha osservato la catastrofe da diversi punti di vista: nella filosofia moderna, con la filosofia del disastro illuminista, che ha cambiato quell'ideologia passata di vedere la catastrofe come "disegno divino", per arrivare nella filosofia contemporanea con la filosofia della disperazione di Kierkegaard. Un ultimo sguardo, che ritengo centrale  è la morale/etica.  Dietro le più grandi catastrofi della storia sono state presenti sempre la mente e la consapevolezza dell'uomo, ricordiamo ad esempio il disastro nucleare di Chernobyl, e purtroppo ancora oggi la mancanza di morale nell'uomo sta portando ad un fenomeno di inquinamento che oggi è uno dei fattori più preoccupanti sui "Limiti dello sviluppo". Ed è proprio per questo suo aspetto anche contemporaneo che sono presenti diversi rifermenti a questo tema che potete ritrovare anche nella breve serie tv presente nel blog.
Concludo suggerendo di usare questa breve sintesi come guida nel percorso di questo blog affiancando ai concetti trattati vostre riflessioni.

venerdì 5 giugno 2020

MAPPA CONCETTUALE; STEP#23



Serie TV; STEP#22


La serie tratta di un futuro dispotico in cui il mondo come lo si conosce non esiste più a causa degli abusi dell'uomo sulla natura e le sue risorse.

EPISODIO 1:

Siamo nell'anno 2123, ottanta anni dopo le grandi catastrofi che hanno cancellato il dominio dell'uomo sulla natura. Città, ricchezza, tecnologia ormai sono solo un  ricordo di un mondo che è stato "gentile" con l'uomo per troppo tempo. Ciò che ora domina è l'incertezza del futuro e la voglia di sopravvivere ad una natura ormai ostile e desolata. Ed è in questo tempo che vivono due fratelli, Jack e Rose, che vivono spostandosi da un luogo all'altro senza una meta e senza un posto che possa garantire loro la sopravvivenza. In un giorno come l'altro durante il solito girovagare tra le macerie di quelle che un tempo erano case, negozi, Rose si trova davanti ad una botola impolverata che porta ad una vecchia cantina. Decisi a scendere sperando di trovare qualcosa, si imbattono rovistando tra degli scaffali malandati in un vecchio videoregistratore ancora funzionante con all'interno un unico video salvato....

EPISODIO 2:

Presi dallo stupore avviano il video. Ciò che si trova all'interno li lascia senza fiato; all'interno è presente la testimonianza di un uomo risalente agli anni prima delle catastrofi. Afferma di essere uno scienziato e ricercatore contro l'inquinamento e l'impatto ambientale e spiega come erano giunti ad un punto di non ritorno. Spiega che la causa di quello che stava succedendo era l'arroganza dell'uomo di poter avere il controllo sulla natura e le sue risorse, spingendosi oltre qualsiasi limite ignorando i segnali che la natura mandava, dal riscaldamento globale al cambiamento atmosferico. L'avarizia, la voglia del controllo assoluto li aveva portati ad essere macchine assetate di potere che riuscivano solo a guardare avanti ignorando la realtà di ciò che stava accadendo. Ciò in cui non sono riusciti era fermarsi, semplicemente quello; accettare che si era arrivati al limite e che per andare avanti bastava salvaguardare tutto ciò che ci aveva permesso di arrivare fino a quel punto. Ma così non fu ed è così che poco alla volta non rimase più nulla.

EPISODIO 3:

Dopo aver ascoltato quelle parole in quella cantina cadde un silenzio "doloroso". Jack e Rose uscirono senza dire una parola e continuarono a vagare in quel luogo desolato pensando tra loro e loro del perché quelle persone non erano riuscite ad "accontentarsi", del perchè non  poteva bastare avere una casa, del cibo da mangiare e delle persone da amare. Dunque era questo ciò che veramente gli aspettava: un futuro incerto e niente su cui aggrapparsi, vivere nel nulla tra giornate tempestose, climi che passano da temperature di fuoco a temperature polari  aspettando che quella terra che ci aveva dato tutto si spegnesse poco alla volta.

lunedì 1 giugno 2020

Catastrofe morale; STEP#21


Quando parliamo di catastrofe non ci riferiamo solo ai disastri naturali, ma anche a quei disastri provocati dall'uomo che hanno stravolto e distrutto intere vite. Esempi di queste tragedie sono state le bombe nucleari sganciate su Hiroshima e Nagasaki durante la seconda guerra mondiale, oppure l'esplosione dei reattori nucleari nella centrale nucleare di Chernobyl (tema trattato già nello Step#14). In questo modo le scelte dell'uomo hanno cambiato la realtà e la storia dell'uomo. In questo sfondo il tema dell'etica e della morale sono concetti centrali, proprio perché le scelte che l'uomo compie o di decide di compiere sono frutto di processi morali e soprattutto sono scelte consapevoli. Proprio per questo possiamo parlare di etica, perché l'uomo possiede la consapevolezza del proprio agire e quindi tutte le catastrofi provocate da esso derivano non da eventi casuali, ma da azioni precise e mirate guidate da una morale "sbagliata".

-Le più grandi catastrofi dell'uomo: https://ecocentrica.it/le-dieci-piu-grandi-catastrofi-firmate-dalluomo/

domenica 31 maggio 2020

Idea di catatsrofe in Leopardi; STEP#20


Giacomo Leopardi, considerato il poeta  più importante dell'ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale,  aveva una visione della vita pessimistica in cui ogni cosa finisce per tramutare in male e dolore. In una delle sue opere più importanti, lo "Zibaldone" , una raccolta dei pensieri e delle riflessioni filosofiche esistenziali di Leopardi, è centrale il tema catastrofico della sofferenza. Questo tema è estremamente legato alla "teoria del piacere" secondo cui, per Leopardi, l'uomo è destinato ad essere infelice perché i desideri bramati dall'uomo  sono infiniti , mentre i mezzi per giungere a tali "piaceri" sono limitati. Questa visione pessimistica sul dolore trova la sua massima forma in "Un giardino di sofferenza "(1826), brano dello Zibaldone , in cui questo male di vivere si estende a tutta la vita, dalla natura agli animali. Leopardi in questo testo capovolge il concetto di luogo perfetto, di armonia derivato dal pensiero classico e descrive gli spietati rapporti naturali che intercorrono tra animali e natura.

"Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di necessità. Non il genere umano solamente ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto ma tutti gli altri esseri al loro modo. Non gl’individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi." 


venerdì 29 maggio 2020

La catastrofe utopica; STEP#19


In questo step parleremo non di visioni utopiche ideali, ma di visioni distopiche, ovvero la rappresentazione di un futuro con cui si prefigurano  situazioni e sviluppi altamente negativi. Di questo tema ne è protagonista l'opera di George Orwell "1984"(scritta nel 1948), in cui la visione futuristica descritta dall'autore narrata in questo romanzo è di impronta fortemente catastrofica. Quest'opera infatti tratta di una Londra schiava di un regime totalitario, in cui la figura del Grande Fratello controlla la vita dei suoi cittadini tramite l'ausilio di speciali teleschermi.  Orwell in quest'opera estremizza la società degli anni '40  ponendo la sua attenzione sulla mancanza di libertà, di opportunità di espressione e sulla distruzione dell'individuo. La frase celebre del romanzo:"BIG BROTHER IS WATCHING YOU", rappresenta perfettamente l'idea che l'autore voleva dare della dittatura che controlla e soggioga l'individuo.

                                                            George Orwell:
"Finchè non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finchè non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza".


"Catastrofe" nella filosofia contemporanea; STEP#18


Uno sfondo catastrofico della filosofia contemporanea è fortemente presente nel concetto di disperazione espresso dal filosofo danese Kierkegaard .Il filosofo riteneva la disperazione, definita nel suo scritto omonimo come "malattia mortale", come sentimento derivante dal rapporto dell'uomo con se stesso, (nella parte riguardante l'angoscia invece è analizzato il rapporto tra individui). L'io individuale, secondo Kierkegaard, è posto davanti a un'impossibilità: volere o non volere se stesso . Infatti volere se stessi significa imbattersi nella propria limitatezza e nell'impossibilità di compiere il proprio volere, mentre rifiutare se stessi e cercare di essere altro porta ad un'impossibilità ancora maggiore. E' così che l'individuo è destinato al fallimento e destinato ad una malattia mortale che lo porta a vivere la morte di se stesso. In questa visione catastrofica, l'unica via di "salvezza" è identificata dal filosofo nella fede.

-Per saperne di più: https://www.psicologogiuseppevenezia.it/kerkegaard-angoscia-disperazione-fede